Ieri mi sono trovato una
richiesta via e.mail di un avvocato che
mi chiedeva perché parlassi di anatocismo
nascosto nei piani di ammortamento alla francese, ed io correttamente,
non conoscendo i dati del caso di cui trattasse, ho fatto un esempio basato su
ipotetici €.10.000,00 da rimborsare in 18 rate mensili al 10,00%, con
riferimento all’anno commerciale di 360 giorni e di 30 giorni al mese.
I piani di ammortamento, nel
tempo, sono stati elaborati con metodi diversi, ma tutti prevedono rimborsi
periodici (annuali, semestrali, ecc. ed oggi anche mensili) comprensivi di una
quota di ammortamento di capitale ed una quota di interessi corrispettivi, ma all’inizio
il capitale ammortizzato è sempre inferiore di quello ammortizzato alla fine e
le quote di interessi sono sempre superiori all’inizio e molto più basse alla
fine del piano.
Poiché nel passato quando uno
riceveva del denaro in prestito e lo doveva rimborsare ratealmente, rimborsava
solo capitale e quindi rate costanti, ma senza interessi, perché tutto ciò che
si riconosceva in denaro o in natura era considerato come usura, e l’usuraio, se
scoperto, veniva punito anche con la pena di morte, quando si raggiunse l’opinione
che era giusto che colui che aveva prestato fosse risarcito del danno subito per
mancato utilizzo del denaro prestato, si elaborò il metodo proporzionale che
permetteva sempre il pagamento di rate costanti comprensive di rimborso di capitale
maggiorato degli interessi. Ma con questo metodo veniva rimborsato all’inizio
più capitale che alla fine e gli interessi venivano calcolati sulle quote di
capitale rimborsato.
Con la fondazione delle Banche, i
prestiti furono concessi con metodo rateale, ma con lo scopo di aver subito il
riconoscimento di interessi maggiori all’inizio ed inferiori alla fine, ed al
contrario le quote di ammortamento di capitale erano più basse all’inizio e maggiori
alla fine, e ciò per consentire alle Banche di poter investire nell’anno prima
gli interessi e poi il capitale.
Quindi inizialmente le Banche partirono col
sistema inversamente proporzionale, che comportava rimborsi periodici
decrescenti, e questo era il sistema meno costoso, ma cominciarono a calcolare
gli interessi sul capitale risultante dopo il pagamento della rata precedente.
Poi si è passati a rimborsi con
quote di ammortamento del capitale costanti, ed anche in questi piani i rimborsi
periodici risultavano decrescenti, ma erano più costosi dei precedenti.
Poiché la clientela lamentava la
variabilità dei rimborsi, che all’inizio erano elevati per poi decrescere alla
fine dell’ammortamento, ed avrebbe preferito pagare rimborsi costanti, si è
studiato il sistema progressivo, che indubbiamente era il più costoso di per sé
stesso, ma al tasso contrattualizzato corrispondeva il tasso effettivamente
applicato.
I Francesi, poi, che anche loro
per gli scoperti autorizzati su conto corrente avevano l’abitudine di
capitalizzare periodicamente gli interessi maturati, pensarono che un piano così
elaborato col sistema progressivo non permetteva la capitalizzazione periodica
degli interessi, per cui bisognava applicare un correttivo che consentisse tale
capitalizzazione periodica, e da qui si elaborò la formula matematica che
traduce il saggio contrattualizzato in quel tasso che fu chiamato Tasso Annuo
Equivalente, che prevede appunto la capitalizzazione periodica, e quindi
il Saggio prese il nome di TAN Tasso Annuo Nominale.
E’ da notare che nessun cliente
delle Banche ha mai saputo cosa si nascondesse dietro la definizione di TAN, né
i banchieri si sono mai preoccupati di informarlo.
In passato ho anche indicato la
formula finanziaria che permette tale traduzione, ed ho spiegato come si
realizzi di fatto tale capitalizzazione, facendo un esempio su un ipotetico
100, che al 10,00% annuo diventa un 10,25% a cadenzatura semestrale ed un
10,471307% a cadenzatura mensile, ma ho anche precisato che parlare di “ammortamento
alla francese” non significa che il piano di ammortamento è realizzato col
metodo progressivo a rate costanti ad interesse semplice, ma è determinato solo
ed esclusivamente dalla applicazione del tasso equivalente che permette
ugualmente di elaborare un piano a rate costanti, ma ad interesse composto,
vale a dire con l’automatica capitalizzazione degli interessi.
L’esempio da me trasmesso allo
scrivente avvocato, elaborato comunque col metodo progressivo, ad interesse
semplice, comportava rate costanti di €.598,59 ciascuna, con il primo rimborso costituito da una quota di ammortamento di
capitale di €. 518,85, maggiorata di una quota di interessi corrispettivi di
€.79,74, mentre l’ultima era determinata dal rimborso del residuo debito
capitale di €.593,85 ed una quota di interessi corrispettivi di €.4,74.
Ad interesse composto, vale dire “alla
francese”, l’esempio fatto manifestava rate costanti di €.600,57 ciascuna, col
primo rimborso costituito da una quota di capitale di €.517,24 ed una quota di
interessi corrispettivi di €.83,33 e l’ultimo da una quota capitale di €.595,61
ed interessi corrispettivi di €.4,96.
Spiegavo inoltre che l’anatocismo nascosto si evidenziava dal
fatto che su un capitale inferiormente ammortizzato, si ottenevano quote di
interessi corrispettivi maggiori, ma questo avvocato si è permesso di replicare
dicendo che non avevo dimostrato nulla con l’esempio fatto e che anatocismo non
c’era, in quanto anatocismo significa “interessi sugli interessi”, come se non
lo sapessi, ed ha pensato bene di inquinare il discorso dicendo che se anche il
TAE era inferiore all’ISC (Indice Sintetico di Costo) ciò che era stato
contrattualizzato era comunque valido.
Mi sono domandato come mai un
avvocato non sappia che l’ISC deve essere paragonato, in caso di mutuo o
finanziamento a tasso fisso, al Tasso Soglia di Usura ai sensi della Legge
n.24/2001, al momento della concessione del prestito, per cui la mia reazione è
stata quella di rispondergli malamente, sia perché detto paragone va fatto tra il tasso
contrattualizzato e quello applicato di fatto, per rendere nulla la clausola,
sia perché la dimostrazione era insita nell’esempio.
Infatti se al primo rimborso
faccio la differenza tra gli interessi corrispettivi ad interesse semplice di
€.79,74 con quelli ad interesse composto di €.83,33, ottengo una differenza di
€.3,59 a danno del mutuatario, che rappresenta l’ammontare dell’anatocismo
nascosto, che in percentuale annua corrisponde a:
[(3,59 x 36000) /
(79,74 x 30)] = 54,02558315%;
mentre all’ultimo rimborso, la
differenza tra gli interessi ad interesse semplice di €.4,74 e quelli ad
interesse composto di €.4,96 è pari ad €.0,22, ossia un anatocismo nascosto:
[(0,22 x 36000) /
(4,74 x 30)] = 55,69620253%.
Oltre quindi ad aver dimostrato
l’esistenza di questo tipo di anatocismo, perché di questo si tratta, piaccia o
meno, va considerato il fatto gravissimo che l’ammontare di queste percentuali superano alla grande il Tasso Soglia di Usura previsto,
non solo per i mutui, ma anche per qualsiasi altro tipo di operazioni di credito, dai Decreti
emessi trimestralmente dal
Ministero del Tesoro.
E se per caso qualcuno si
domandasse come mai queste percentuali, suggerisco di moltiplicare per 12 le
suddette differenze per ottenere nel primo caso la somma annua di €.43,08, che
indubbiamente è il 54,02558315% di €.79,74 e nel secondo la somma di €.2,64 che
indubbiamente è il 55,69620253% di €.4,74.
Ora che un avvocato si permetta
di dirmi che non ho dimostrato nulla, significa una sola cosa: che non capisce
nulla di matematica e che probabilmente lavora per una banca.
Altri articoli scritti da
avvocati, sono pieni di imprecisioni quanto di notizie sbagliate, come l’insistere
con la falsa notizia che il piano d’ammortamento alla francese si riconosce
dalle rate costanti, ma nessuno focalizza che l’anatocismo risulta nascosto
proprio perché non è individuabile da persona ignara della materia.
Mi domando: ma quando la gente
imparerà ad informarsi prima di disquisire su materie di cui non capisce nulla?
E’ possibile che un avvocato ritenga che, solo perché tale, abbia la scienza
infusa?
Personalmente la mia scuola tutti
la conoscono, anche perché da me pubblicizzata su questo sito; che io conosca
la materia giuridica è una conseguenza del mio originario lavoro e di quello
attuale, ma è certo che mai mi permetterei di entrare nel merito del percorso
legale che un avvocato abbia scelto di percorrere per raggiungere lo scopo:
come dicevano gli antichi romani “A ciascuno il suo” ovvero “Diamo a Cesare ciò
che è di Cesare”.
Spero che anche con questo articolo abbia dimostrato che
nell’ammortamento alla francese c’è ANATOCISMO NASCOSTO, vietato dall’articolo
1283 del Codice Civile.
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