(Riveduto e corretto il 4 Agosto 2013)
Ho avuto modo di leggere il 17
scorso un articolo su Finanza.com che
riprende l’annoso problema dell’ANATOCISMO nel rimborso di mutui e
finanziamenti cosiddetto alla
“francese”, con cui si sostiene che
detto tipo di rimborso non presenta nulla di truffaldino, ma permette
esclusivamente di ottenere un ammortamento a rate costanti, articolo che
comprende una intervista tra “aiutomutuo” ed un Consulente per le attività di alcuni importanti studi legali .
Tanto per iniziare a precisare, un Avvocato o un Consulente, così definito,
dovrebbe essere un poco più prudente quando decide di inoltrarsi in una materia
che non gli appartiene e che è oggettivamente
poco semplice, quale è la tecnica
bancaria: si corre il rischio di dire
sfondoni, mentre un Tecnico Bancario che ha fatto scuola presso il Servizio
Legale dell’IMI, che ha fatto studi di
Matematica Pura, di Matematica
Finanziaria, nonché studi di
Diritto Pubblico e Privato, può parlare di materia legale se si adatta a dare
interpretazioni a norme e sentenze ai sensi dell’art.12 delle Disposizioni
sulla Legge in Generale, approvate preliminarmente al Codice Civile con
R.D.16.3.1942 n.262.
Bisogna innanzitutto chiarire che
il piano di ammortamento a rate costanti non
è il piano “alla francese”, bensì è un
piano ad ammortamento “PROGRESSIVO” che
è sempre esistito, ed è costituito da rate comprensive di una quota di
interessi corrispettivi, calcolati sul residuo debito in linea di capitale, ed
una quota di ammortamento di capitale, che rispettivamente risultano
decrescenti le prime e crescenti le
seconde, in modo da mantenere costante la rata
di rimborso periodica.
Questo tipo di piano viene elaborato
mediante l’applicazione di una serie di formule finanziarie che permettono di
ottenere questo risultato sulla base del tasso contrattualizzato.
Si dice invece “alla francese” lo
stesso tipo di piano solo che, al posto del tasso contrattualizzato, si adopera
il TASSO ANNUO EQUIVALENTE , o EFFETTIVO,
che risulta essere determinato dall’applicazione della seguente formula
finanziaria:
TAE = {{[ TAN /
(p x 100)] + 1}p – 1} x 100
in cui p è il numero di
frazionamenti dell’anno e TAN è il tasso contrattualizzato, indicato nell’atto negoziale
come Tasso Annuo Nominale, ovvero TAN.
Supponendo che si abbia un TAN
del 10,000%, questo, applicando la formula,
si traduce in un 10,25% se le rate sono semestrali, ovvero l’anno è
suddiviso in 2 periodi, o del 10,47% se le rate sono mensili, ossia l’anno è
suddiviso in 12 periodi.
Ed ora passiamo alla dimostrazione che trattasi di
ANATOCISMO NASCOSTO, in violazione dell’art.1283 c.c.
Ipotizziamo che sia stato
concesso un finanziamento di un capitale di €. 100,00 al tasso contrattuale su
base annua del 10,00%.
Se dovessi rimborsarlo dopo un
anno, senza alcuna capitalizzazione intermedia, pagherei €. 110,00, cioè €.100,00 di capitale e €.10,00
= [(100,00 x 10,00 / 100) x 1] di interessi corrispettivi, mentre invece se
dovessi rimborsarlo dopo cinque anni, senza alcuna capitalizzazione intermedia,
dovrei pagare €. 150,00, cioè €.100,00 di capitale e €.50,00 = [(100,00 x 10,00
/ 100) x 5] di interessi corrispettivi.
Diversamente se si applica una
capitalizzazione, ossia facciamo
maturare interessi sugli interessi, ovvero produciamo anatocismo .
Nella stessa ipotesi di
restituzione in 5 anni, ma effettuando la capitalizzazione annuale degli
interessi, avremmo:
il capitale di €.100,00 al 1°
anno maturerebbe €.10,00 di interessi, diventando di €.110,00; il 2° anno
maturerebbe €.11,00, diventando di €.121,00; al 3° anno maturerebbe €.12,10,
diventando di €.133,10; al 4°, €.13,31, diventando di €.146,41; al 5°, €.14,64, diventando €.161,05.
La differenza tra €.161,05 ed €.150,00
è di €.11,05 di interessi percepiti in più dal mutuante che sarebbero determinati
dall’anatocismo nascosto, pari a 11,05 / 5 = 2,21% medio annuo.
Questo metodo di calcolo viene
abitualmente chiamato e conclamato dai Commercialisti e CTU come
“capitalizzazione semplice”, ma sempre
di capitalizzazione si parla, che scaturisce in ANATOCISMO vietato dall’art.1283
del Codice Civile: quindi per i Tecnici Bancari si usa dire che la
“capitalizzazione o si applica o non si applica”, senza mezzi termini, ossia
non esiste alcuna “capitalizzazione semplice”, diventando l’uso di questo termine un semplice raggiro delle
persone che non conoscono la materia, ovvero sono vittime del sistema.
Infatti, se procedessimo al
calcolo senza capitalizzazione alcuna per 5 anni, ed applicassimo il tasso del
10,00 + 2,21 = 12,21%, avremo [(100 x 12,21 / 100) x 5] = 61,05, ovvero alla
fine del 5° anno dovrei appunto pagare proprio €. 161,05.
Ed ora passiamo alla traduzione
del Tasso Annuo Equivalente o Effettivo.
Il discorso è analogo a quanto
detto sopra, ma la differenza è data dal fatto che il frazionamento in periodi
è annuo, in quanto riguarda un solo arco di tempo che interessa un solo anno,
normalmente, commerciale di 360 giorni, ed i periodi sarebbero per convenzione
di 30 giorni o multipli di 30.
Se il rimborso avvenisse dopo un
anno con capitalizzazione semestrale, cioè con p = 2, avremmo:
100,00 x 10 x 180 / 36000 = 5,00,
per cui al secondo semestre non avremo più un capitale di 100,00, bensì di 105,0
che produce a sua volta 105,00 x 10 x 180 / 36000 = 5,25, ottenendo un aumento
del capitale pari a complessivi €. 110,25, cioè un incremento di €.10,25, pari
al tasso del 10,25%;
Se il rimborso
invece avvenisse dopo un anno con
capitalizzazione mensile, cioè con p = 12, avremmo:
al 1° mese, 100,00 x
10 x 30 / 36000 = 0,83, col capitale che diventa di €. 100,83;
al 2° mese, 100,83 x 10 x 30 / 36000 = 0,84,
col capitale che diventa di €. 101,67;
al 3° mese, 101,67 x 10 x 30 / 36000 =
0,85, col capitale che diventa di €. 102,52;
al 4° mese, 102,52 x 10 x 30 / 36000 =
0,85, col capitale che diventa di €. 103,37;
al 5° mese, 103,37 x 10 x 30 / 36000 =
0,86, col capitale che diventa di €. 104,23;
al 6° mese, 104,23 x 10 x 30 / 36000 =
0,87, col capitale che diventa di €. 105,10;
al 7° mese, 105,10 x 10 x 30 / 36000 =
0,88, col capitale che diventa di €. 105,98;
all’8° mese, 105,98 x 10 x 30 / 36000 = 0,88, col capitale che diventa di €.
106,86;
al 9° mese, 106,86 x 10 x 30 / 36000 =
0,89, col capitale che diventa di €. 107,75;
al 10° mese, 107,75 x 10 x 30 / 36000 = 0,90, col capitale che diventa di €. 108,65;
al 11° mese, 108,65 x 10 x 30 / 36000 = 0,91, col capitale che diventa di €. 109,56;
al 12° mese, 109,56 x 10 x 30 / 36000 = 0,91, col capitale che diventa di €.
110,47,
ottenendo un aumento di capitale
pari ad €. 10,47, ovvero un tasso incrementato pari al 10,47%, come si doveva
dimostrare.
Questo è inconfutabile, e quindi
risulta del tutto fuori luogo negare
l’evidenza che ci si trova di fronte ad una forma di ANATOCISMO NASCOSTO nel
piano di rimborso ALLA FRANCESE.
Per chiarezza, se elaborassimo un piano di rimborso sui soliti €. 100,00 in
12 rate mensili ad interesse semplice al tasso del 10,00% contrattualizzato,
avremmo rate costanti mensili di €. 8,77, con un onere per interessi
corrispettivi per €. 5,26; se invece questo piano lo elaborassimo “alla
francese”, e cioè ad interesse composto, al TAN del 10,00, che diventa un TAE
del 10,47%, avremmo rate costanti
mensili di €. 8,79 ciascuna e l’onere per interessi corrispettivi di €. 5,50,
con un incremento di onere di €. 0,24.
E questo consulente intervistato si permette di
minimizzare l’operato delle Associazioni a Difesa degli Utenti dei Servizi
Bancari e Finanziari, ove i componenti Delegati volontari sono tutti indistintamente
dei tecnici nella materia, e di affermare che “l’ammortamento alla francese in
realtà genera un fenomeno che è l’opposto dell’anatocismo.”
Quale sarebbe questo fenomeno da esso scoperto che risulterebbe
“l’opposto dell’anatocismo”! Cosa significa “opposto dell’anatocismo”! Che
questo tipo di costruzione permette ai mutuatari di risparmiare sugli oneri
gravanti su tali tipi di prestiti?
E meno male che ha anche la cattiva idea, scoprendo se stesso,
di affermare che “Tuttavia, complice la crisi economica e delle professioni,
come in ogni realtà, anche in quella delle Associazioni dei consumatori, esiste
il rischio di imbattersi in eccessi di zelo non sempre suggeriti da intenti del
tutto idealistici”!
Come diceva Cicerone “Accusare
per non essere accusato”!
L’eccesso di zelo ha invece
assalito proprio l'intervistato,
ma noi non ci azzardiamo ad esaminare se questo zelo sia stato suggerito da
“intenti idealistici” o meno.
E’ un dato di fatto che si inquina
la realtà, raccontando la mezza verità che “la miglior tutela per il
consumatore sia l’informazione preventiva e accurata che è facilitata dai nuovi
mezzi di comunicazione di massa, dalla rete internet e proprio dalle campagne
informative delle associazioni dei consumatori. Prima di siglare (n.d.r.: nota
bene, SIGLARE e non firmare) un
contratto di mutuo è necessario assumere tutte le informazioni possibili,
confrontando le proposte dei diversi istituti di credito e facendo molta
attenzione a ciò che si và a sottoscrivere. Bisogna esigere la massima
trasparenza dagli enti eroganti e prendere tutto il tempo necessario per fare
scelte oculate.”
Qui di oculato non c’è nulla!
Infatti sottace la seconda parte
della verità e cioè che il suo suggerimento è del tutto irrealizzabile in
quanto la persona, fisica o giuridica che sia, e non solo un consumatore, che richiedesse un mutuo o un finanziamento
ad un Istituto di Credito ed abbia “siglato” qualcosa, ma poi declini la
richiesta, costei si ritroverebbe iscritta alla CRIF di Bologna come declinante
e resterà tagliata fuori da ogni possibilità di credito per ben sei mesi!
Questa è l’informazione preventiva vera e completa che si può dare, perché
nessuna Banca rilascia a chicchessia una copia del contratto per studiarla per
scelte oculate, se non una copia di contratto
dopo averlo firmato, e quindi a dadi tratti.
La cosa angosciante è invece che,
in una situazione come quella che stanno vivendo attualmente tutti gli Italiani,
continuamente presi in giro da chi ha la vera responsabilità della crisi
spaventosa che stà attanagliando tutti i popoli, già vessati da una usurarietà
vergognosamente vincente, continuamente scippati
in ogni modo, anche per l’emanazione di leggi ad hoc, ci possano ancora essere
individui che continuino a sproloquiare senza alcun ritegno su materie che non
conoscono, per convincere i poveracci che tutto è regolare.
Costoro sono servi sciocchi di un
potere che non ha bisogno di sostenitori, perché truffatore, scippatore ed
estorsore che è e resterà tale, senza
possibilità di fuga per noi.
Tempo fa’, su face-book, scrissi
della necessità di impiantare un secondo
Processo di Norimberga per condannare ai lavori forzati tutti coloro che,
tradendo la propria Patria, hanno imposto ai loro concittadini regole per fare
parte, non dell’Europa Unita, ma di
quell’Eurolandia che non ci appartiene, privandoci della nostra riserva aurea e
della nostra sovranità monetaria.
Si è creata una crisi spaventosa
per spingerci ad accettare una vita di stenti, con il risultato di indurre in
molti l’idea che l’unico vero scopo sia quello di soddisfare, non si sa perché, un desiderio ancestrale
della Germania di fondare il Quarto Reich con potere dittatoriale a comando di
quello che scherzosamente, ma non
troppo, alcuni definiscono il “Sacro
Romano Impeuro”: se non li fermiamo non
usciremo mai fuori da questo tunnel di distruzione.
E’ inutile negarlo: il CAPITALISMO ha fallito
per eccesso di REALISMO di sciocchi ed incompetenti yes-men per dare spazio
all’INGORDIGIA dei poteri forti e del Settore del Credito di tutto il mondo ed
in particolare dell’Italia! Vediamo infatti le assurdità che avvengono giornalmente, come il salvataggio del Monte
Paschi di Siena, che ancora non si sa se si sia limitato ai 4 miliardi
provenienti dall’IMU pagata l’anno scorso, la quasi decina di miliardi serviti
per l’acquisto di F-35, ai 45 miliardi versati al MES, mentre non solo non è
stato dato un solo centesimo ai terremotati emiliani, ma si è anche preteso da
quei poveracci il pagamento di ICI prima ed IMU dopo sui beni distrutti ed oggi
ancora in macerie.
Costoro sono il più delle volte,
personaggi che non hanno mai lavorato, ma da una vita percepiscono
stipendi da capogiro senza mai affaticarsi,
appropriandosi dei soldi nostri spesso
estorti da EQUITALIA con cartelle pazze, cadute in prescrizione, mai anticipate
da richieste al contribuente di pagamenti da parte degli Enti Impositori, i
quali, ad evitare che tali loro richieste vengano inviate in ritardo,
comunicano ad EQUITALIA il maturarsi delle
gabelle in via anticipata, in modo che la Società possa notificare, anche
spesso in modo anomalo, direttamente le relative cartelle esattoriali con l’iscrizione
a ruolo, giustificando così la vessatorietà delle stesse per l’addebito di maggiorazioni di diritti, sanzioni ed
interessi di mora, maturati non certo per colpa del contribuente.
Ed EQUITALIA è un altro strumento
vizioso che serve a dare posti di lavoro agli yes-men di cui sopra, i quali,
senza alcuna preparazione in materia finanziaria, ma alla ricerca di dare
sempre maggiore spazio all’ingordigia dei ladri, ti concede, a richiesta, di pagare
ratealmente, secondo un piano di rimborso preventivamente definito “alla
francese”, senza sapere di cosa si tratti: ancora!
E non è la sola: anche l’INPS ti
concede di pagare contributi arretrati secondo un piano di rimborso dichiarato “alla
francese”, e fin troppe volte, con la sola applicazione del Tasso Annuo
Equivalente, la Società e l’Istituto superano il Tasso Soglia di Usura.
Questi tipi di piani difettano
però di una pretesa iniziale che porta l’ISC -
Indice Sintetico di Costo a livelli di quasi il 50,00%: questa è la
richiesta del primo pagamento che risulta essere una ratona stratosferica,
comprensiva, oltre alla quota di ammortamento di capitale, anche dell’ammontare
degli interessi maturati sul debito fino alla data di concessione della
rateazione, e quando l’ISC supera il Tasso Soglia di Usura, il patto è comunque
nullo.
E, parlando con l’occasione di
questo argomento: ma quando EQUITALIA ed INPS concedono le rateazioni, possono
trattarle come fossero “FINANZIAMENTI”? Ed EQUITALIA ed INPS possono finanziare
un contribuente? Noi diciamo di nò, perché
non sono intermediari né bancari né non bancari, altrimenti, al momento della concessione della
rateazione, dovrebbero dare anche la prova dell’avvenuto pagamento agli Enti
Impositori delle loro pretese, e ciò non avviene!
Nella loro situazione, la Società, quale esattore, e l’INPS, quale
soggetto pretendente contributi arretrati, non possono altro che considerare
consolidato il debito del contribuente e concedergli un rimborso rateale secondo un piano proporzionale ad interesse
semplice, e questo lo possono concedere anche i non intermediari mobiliari.
Questo tipo di piano, anche
questo sempre esistito, ha la caratteristica di funzionare al viceversa
rispetto a quello progressivo, vale a
dire le quote di ammortamento del capitale sono decrescenti mentre sono
crescenti le quote di interessi corrispettivi, ma risponde nel medesimo modo
dell’altro.
Se poi ci vogliamo addentrare nelle
crisi di molti Paesi definiti con debiti spaventosi, finalmente tacciati di
fraudolenza, ci sarebbe da domandare: ma ogni Paese di quanto ANATOCISMO
risulta essere vittima? Grecia, Spagna, Italia, Portogallo, Cipro?
Di vergogne non si è mai parlato,
ma, visti i suicidi che si stanno verificando giornalmente, questi signori sono
solo dei delinquenti colpevoli di delitti contro l’Umanità!
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