Se concordiamo, come io stesso concordo, con quanto afferma l'articolista, che cioè il mondo bancario ormai non si limita ad episodi di corruzione, ma piuttosto appare condizionato da una cultura di fondo corrotta che gli fa rigettare la consapevolezza della propria funzione sociale sino a lasciarsi andare a speculazioni avventurose e rovinose, allora siamo certi che non sarà affatto facile venirne fuori, nonostante il gran lavoro portato avanti dai tanti che si prodigano a vario titolo nel tentativo di riportare il treno, che è deragliato malamente, su più giusti e validi binari.
Lo scandalo della manipolazione dei tassi interbancari a Londra (Libor), è un ennesimo campanello di allarme, teniamone conto
Da Linkerblog
La cultura delle Banche è corrotta
L’ultimo di una non breve serie di scandali che tocca il sistema
bancario internazionale è appena scoppiato in UK, dove sono
state trovate le prove della manipolazione dei tassi
interbancari (Libor) su cui sono basati centinaia di
migliaia di contratti in derivati sui tassi e un numero incalcolabile
di contratti di finanziamento.
Lo scandalo ha provocato una reazione infuriata del
governatore della Bank of England, Mervyin King (nella foto)
a cui hanno fatto seguito le parole del primo ministro Cameron e di
Nick Clegg il vice di Cameron che potete ascoltare nella videoclip
nella sua intervista a ITVNews.
In pratica alcuni traders delle banche che sono state prescelte
per fornire i dati necessari a calcolare il valore del Libor sono
stati presi con le mani nel sacco a festeggiare profitti milionari
grazie all’alterazione del tasso, che dall’altra parte è andata
a discapito di decine di migliaia di piccole imprese che avevano
sottoscritto contratti con le maggiori banche inglesi.
Al centro dello scandalo le principali banche inglesi:
Barclays, HSBC, Royal Bank of Scotland and Lloyds
Banking Group. La rabbia del governatore sta mettendo alle
corde il CEO di Barclays, che pur avendo accettato di pagare una
multa salata di £290 milioni e rinunciato al suo bonus
multimilionario, non sembra avere compreso la richiesta di dimissioni
che viene da molto in alto.
Ma non è finita, ora le banche inglesi sono ora anche accusate di
avere venduto derivati alle piccole imprese, in quello che appare
una ripetizione dello scandalo italiano sui derivati: prodotti
inadatti, margini elevatissimi e forzature nella vendita. Barclays,
HSBC, Lloyds and Royal Bank of Scotland hanno già accettato di
risarcire migliaia di piccole imprese, che si ritiene siano
circa 30.000, un numero non distante da quello che è accaduto in
Italia.
King, a margine della presentazione del rapporto sulla stabilità
finanziaria, ha commentato la queste ultime vicende con parole
durissime:
“le riforme devono modificare sia la cultura, che la
struttura delle banche dai livelli eccessivi di stipendi e bonus al
trattamento indegno della clientela, alla manipolazione ingannevole
dei tassi d’interesse principali e ora questa mattina la notizia di
un altro scandalo su vendite di prodotti”.
Sir Mervyn demanded immediate and far-reaching action to
reform the structure and culture of the UK banking industry. He
said: “That goes to both the culture in the banking industry and to
the structure of the banking industry, from excessive levels of
compensation, shoddy treatment of customers, to deceitful
manipulation of one of the most important interest rates and now this
morning to news of yet another mis-selling scandal.
“We can see we need a real change in the culture of the
industry. And that will require two things. One is leadership of an
unusually high order and changes to the structure of the industry.”
Quanto a Lord Turner, chairman of the Financial Services
Authority, l’equivalente della nostra CONSOB, nel
condannare Barclays per il suo comportamento ha aggiunto: “C’è
un livello di cinismo e avidità che è sconvolgente. Credo
che ci prenderemmo in giro se pensassimo che alcuni dei comportamenti
emersi nello scandalo sul Libor non siano presenti anche in altre
aree delle attività di trading.”
Il CEO di Barclays Bob Diamond ha sino ad ora
rifiutato di presentare le dimissioni, ma è lo stesso premier
Cameron a chiedere che si presenti in parlamento a spiegare cos’è
successo. E questo, statene certi, accadrà diversamente da quanto
avvenuto in Italia quando ogni scandalo finanziario, incluso quello
sui derivati e ora quello di Banca Network Investimenti
-con ben 28.000 clienti a cui sono stati bloccati i conti- vengono al
massimo confinati in qualche audizione alla Commissione Finanza.
L’economia reale sta soffrendo in UK come in Italia, la
tolleranza verso arroganza, verso stipendi e incentivi dei top
bankers soprattutto in presenza di una reiterata, incorreggibile
tendenza ad approfittarsi delle debolezze dei clienti, sta calando
rapidamente in presenza di episodi come questi che dimostrano quanto
il lupo perda il pelo ma non il vizio.
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