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Come augurio a tutti i cittadini di raggiungere al più presto un rapporto ottimale con il Settore del Credito, mi permetto di citare un intervento del Prof. EINAUDI espresso nel lontano 1930: 

Le Aziende di Credito esistenti in Italia non “paiono né troppe né poche. Sono troppe tutte quelle casse e banche – ora assai diminuite però, come si è visto, da allora -  che sono amministrate da asini, da ingordi, da dilettanti e da gente che vuol fare la banca per amor del prossimo.
Sono poche in confronto delle alcune altre migliaia di Banche che potrebbero utilmente lavorare in centri rurali, i quali ora ne sono sprovvisti, in altri centri, dove esistono solo filiali di grossi istituti affaccendate a pompar denari da rovesciare al centro e nelle stesse grandi città, dove gli istituti esistenti non abbiano saputo rispondere alle esigenze di ceti sociali pur bisognosi dell’aiuto della Banca”.

(EINAUDI, 1930)
Riportato nel Rapporto della
Commissione Economic

In questo secolo ci stiamo impattando contro le conseguenze proprio di questa fattispecie, ormai giunta al massimo della macroscopicità, fenomeno che nel 1930 sembrava cominciare a scomparire.

Federico Lippi

Sportelli bancari, perché ultimamente sono così tanti? PDF Stampa E-mail
Scritto da Federico Lippi   
domenica 17 giugno 2012

 


Quando nel bilancio di una Banca, che è una s.p.a, è previsto un utile, su quell'utile la Banca e tutti i suoi partecipanti dovranno pagare le tasse. Il problema per pagare meno tasse è quindi quello di ridurre gli utili. Poiché i Presidenti delle Banche ottengono due mesi prima della scadenza annuale la bozza di bilancio, per abbattere gli utili si inventano una serie di oneri da detrarre dall'imponibile. Anni fa, quando ancora esisteva l'Istituto Mobiliare Italiano , l'allora Presidente Luigi Arcuti , ebbe la geniale idea di creare le così dette "sedi leggere", che altro non erano che negozi, appartamenti, acquisiti all'asta per due soldi da debitori falliti. In dette sedi furono inviati dipendenti già da tempo operativi in zone limitrofe ed in questo modo l'utile si abbasso' al 10% di quanto in bozza previsto. Attualmente tutto il settore del credito, quando ha surplus di entrate, ricorre al metodo Arcuti. Si aggiunga inoltre che le Banche non hanno mai pagato ICI ed attualmente nemmeno l'Imu sulle loro proprietà ove risiedono sedi centrali, filiali ed agenzie. Su queste non hanno mai pagato TARSU e con ogni probabilità non pagano o lo fanno in forma ridotta, Enel e telecom perchè "clienti". Tornando alle sedi leggere sparse per il Paese, se molti credono che si tratti di elusione fiscale, in realtà sarebbe più corretto parlare di falso in bilancio.

 

Ne ho voluto scrivere perchè indotto dall'aver letto il seguente articolo su Rinascita in cui l'articolista si pone al riguardo delle tante nuove sedi bancarie che man mano si spandono sul territorio, una serie di domande ingenue, oltre tutto essendo riportato su di un noto blog comedonchisciotte , è seguito da commenti fuorvianti ed aberranti: davvero, basta, disinformare gli Italiani!

 

DI MAU BAR.
rinascita.eu

Tutti voi avrete riscontrato un curioso fenomeno che già da alcuni anni si va sempre più accentuando.

Almeno così, personalmente, l’ho riscontrato a Roma, ma credo che il fenomeno sia generalizzato. Se non ho preso un abbaglio, accade questo: si moltiplicano, quasi con tendenza esponenziale, le nascite di nuove banche, intendo come locali, nelle strade e piazze cittadine. Laddove fino a ieri vi era un grande negozio, una piscina, un cinema, un ristorante, ecc., ecco ora, all’improvviso, spuntare un locale adibito a banca.

Belle banche, nuove nuove, di lusso, accessoriate, totalmente blindate e con tutti i dispositivi elettronici, di ultra protezione. Non mancano ovviamente le loro belle cassette esterne per prelevare con carte di credito. In alcune strade, di nuove se ne contano anche due o tre e se giri l’angolo ne trovi altre.

Il bello è che spesso sono quasi sempre vuote di clienti.

Non sono esperto di questioni finanziarie, e quindi mi chiedo, come si può spiegare questo fenomeno? Anche se, internamente, questi nuovi locali hanno un pesonale ridotto all’osso, il solo utilizzo di questi locali dovrà pur rappresentare certi costi.

A meno che le mie osservazioni siano errate, in quanto magari questi aumenti di sportelli bancari sono bilanciati da altre dismissioni, non credo che il fenomeno sia spiegabile solo con la tradizionale attività delle banche, quella cioè di drenare denaro dai risparmiatori, arraffandolo su piazza in cambio di ridicoli interessi e salati costi annui e poi reinvestendolo a tassi da usura.

Sappiamo bene come, il sistema finanziario, cresce, rapina e prospera su varie attività “virtuali”, spesso virtuali o speculative: fondi di investimento, promozioni finanziarie, compra vendita di Azioni, ecc., e sappiamo anche come sono state forzate le persone, incentivando fino all’ossesso l’offerta di finanziamenti per l’uso della carta di credito, per acquisti pagabili con comodo, ecc., tutto un giro che seppure spesso rappresenta rischi di insolvibilità nei poveri disgraziati così espostisi, consente alle finanziarie di ipotecare, sequestrare quanto è possibile, e se non c’è nulla da sequestrare, non fa niente, tanto quei “rischi” sono stati rivenduti, spalmati, sotto riciclati all’infinito, trattandoli come “beni virtuali” (la famosa “bolla” esplosa negli Usa),

D’accordo su tutto questo, ma cosa spinge il settore bancario a creare dei nuovi sportelli bancari in ogni strada della metropoli? Tanto più che il crescere delle operazioni on line avrebbe dovuto, viceversa, restringere al minimo indispensabile gli sportelli al pubblico.

A tutti coloro che hanno osservato e studiato questo fenomeno, possibilmente amici che hanno lavorato nel settore bancario, chiedo una dettagliata spiegazione, spiegazione tecnica, intendo, perché le motivazioni politiche mi sono chiare.

  Mau. Bar.
Fonte: www.rinascita.eu

Ultimo aggiornamento ( domenica 17 giugno 2012 )
 
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