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Come augurio a tutti i cittadini di raggiungere al più presto un rapporto ottimale con il Settore del Credito, mi permetto di citare un intervento del Prof. EINAUDI espresso nel lontano 1930: 

Le Aziende di Credito esistenti in Italia non “paiono né troppe né poche. Sono troppe tutte quelle casse e banche – ora assai diminuite però, come si è visto, da allora -  che sono amministrate da asini, da ingordi, da dilettanti e da gente che vuol fare la banca per amor del prossimo.
Sono poche in confronto delle alcune altre migliaia di Banche che potrebbero utilmente lavorare in centri rurali, i quali ora ne sono sprovvisti, in altri centri, dove esistono solo filiali di grossi istituti affaccendate a pompar denari da rovesciare al centro e nelle stesse grandi città, dove gli istituti esistenti non abbiano saputo rispondere alle esigenze di ceti sociali pur bisognosi dell’aiuto della Banca”.

(EINAUDI, 1930)
Riportato nel Rapporto della
Commissione Economic

In questo secolo ci stiamo impattando contro le conseguenze proprio di questa fattispecie, ormai giunta al massimo della macroscopicità, fenomeno che nel 1930 sembrava cominciare a scomparire.

Federico Lippi

Roma 19 Novembre Manifestazione Legittima difesa contro Potere bancario Equitalia fisco PDF Stampa E-mail
Scritto da Federico Lippi   
martedì 15 novembre 2011
 
 
Roma 19 novembre  tutti a Piazza del popolo: Manifestazione di Legittima Difesa contro  potere bancario sistema fiscale equitalia e le leggi liberticide

La prima vera grande manifestazione partita dal popolo (con nomi e cognomi degli organizzatori) contro il vero potere, contro il sistema della moneta debito e contro le gravi conseguenze ad esso implicate.

1. Il Comitato “Legittima Difesa” è  composto dai Signori Danilo Calvani e Domenico Longo e dal Generale Antonio Pappalardo, eletti dall’Assemblea dei Comitati Spontanei Autonomi degli Agricoltori, degli Autotrenisti e degli iscritti al SUPU (Sindacato Unitario Personale in Uniforme)

Motivi della protesta:


- aggregare le forze sane del Paese per mettere un freno al potere selvaggio del sistema finanziario, che in Italia sta generando miseria e sudditanza con l’annichilimento della micro produzione legata alla piccola e media impresa, al commercio, all’agricoltura e al trasporto;

- difendere le categorie produttive del Paese dai continui assalti del governo, che tendono, con normative che eliminano conquiste sociali di ben due secoli e con manovre finanziarie irresponsabili, ad affamare i lavoratori per mantenere un sistema economico-finanziario nazionale ed internazionale gestito dalle banche;

- abbattere tutti i privilegi della classe dirigente politica e delle lobby di potere, ad essa collegate;

- rinnovare il contesto politico-economico italiano ed europeo, “purificando l’aria”, come chiesto ripetutamente da più parti, con la creazione di nuovi movimenti, espressioni della società civile;

- raccogliere consensi popolari e delle diverse associazioni, col fine di promuovere lo sviluppo ed il dibattito economico e sociale attraverso il confronto sui seguenti tre punti ritenuti fondamentali:

1) Sistema Monetario, con la richiesta della piena attuazione dell’art. 47 della Carta Costituzionale ma soprattutto con il recupero da parte dello Stato della propria funzione naturale e sovrana nell’emissione monetaria diretta, oggi affidata a pochi banchieri azionisti di banche centrali, i quali, stampando banconote e sistematicamente falsificando i bilanci aziendali degli Istituti che battono moneta, creano debito pubblico e schiavitù umana;

2) Sistema Fiscale, con un’inversione di rotta tendente questa volta all’equità, anche in ossequio all’art. 36 della Costituzione, partendo dal principio che i contribuenti devono poter detrarre tutti i costi e le spese che sostengono, a prescindere dal fatto che si riferiscano a beni primari o secondari, mettendo al primo posto, dunque, il diritto naturale alla vita e la difesa della dignità dell’individuo, delle famiglie e delle comunità umane tutte;

3) Equitalia o altre agenzie di recupero crediti, da mettere immediatamente e definitivamente al bando perché iniqui centri di speculazione finanziaria, destabilizzatori del sistema economico del Paese e conseguenti causa di impoverimento delle fasce meno abbienti.

 

Ultimo aggiornamento ( martedì 15 novembre 2011 )
 
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