ANATOCISMO: DOPO ULTIMA SENTENZA
CASSAZIONE CHE HA POSTO DEFINITIVA PIETRA TOMBALE SU ILLEGALITA’
BANCARIE, FIOCCANO RICHIESTE DI RIMBORSO DELL’ILLECITA
CAPITALIZZAZIONE TRIMESTRALE. IN MENO DI DUE MESI ADUSBEF HA RICEVUTO
4.000 LETTERE INVIATE A BANCHE, DEI 40.000 MODULI DI RIMBORSO.
In
una fase di gravissima crisi economica prodotta dall’avidità dei
banchieri, che ha falcidiato milioni di posti di lavoro e portato al
fallimento piccole e medie imprese, già usurate in Italia da costi
altissimi dei conti correnti,tassi più elevati, condizioni più
onerose,contratti capestro infarciti di commissione massimo scoperto
e clausole illegali come “l’anatocismo bancario”, almeno 3,5
milioni di cittadini che hanno avuto prestiti e fidi dalle banche
negli ultimi 50 anni,se hanno conservato l’estratto conto, possono
finalmente attivare sacrosanta rivalsa nei Tribunali o davanti ai
Giudici di Pace, con la certezza matematica di riavere indietro il
maltolto.
Dopo l’ultima sentenza della Cassazione n. 24418 del
2/12/10 a Sezioni Unite, che ha posto la definitiva pietra tombale
sulle diffuse illegalità bancarie in merito all’usura legalizzata
denominata anatocismo (interessi capitalizzati trimestralmente),che
ha respinto il ricorso della Banca Popolare Pugliese avverso la
Sentenza n. 97 del 2009 emessa dalla Corte d'Appello di Lecce,
relativamente ad una causa per la ripetizione di illegittime
competenze bancarie avviata da un correntista salentino difeso
dall’avv. Antonio Tanza legale e vice-presidente Adusbef, si
consolidano definitivamente i principi favorevoli agli utenti dei
servizi bancari vittime dell'anatocismo (interessi sugli interessi).
La Suprema Corte di Cassazione infatti, nell’assestare l’ultimo
duro colpo agli istituti di credito, costretti ora a restituire agli
utenti usurati decine di miliardi di euro, ha stabilito che la
prescrizione del diritto del correntista a ottenere la restituzione
delle somme, illegittimamente addebitate dalla banca sul conto
corrente, scatta dalla chiusura del rapporto e non dalla data della
singola annotazione a debito sul conto, riaffermando il divieto
assoluto dell'anatocismo trimestrale e annuale. Il principio della
prescrizione dei versamenti effettuati extrafido va effettuato solo
su specifica e tipizzata contestazione della banca (al momento mai
sollevata) e, comunque, solo sul saldo depurato dalle illegittime
competenze bancarie, con conseguenze inesistenti sul piano pratico.
Dopo aver già affermato l'illegittimità della capitalizzazione
trimestrale degli interessi, la Suprema Corte ha stabilito, infatti,
che né la banca, né il giudice possono applicare una
capitalizzazione con una diversa periodicità. In questo modo ha
dichiarato illegittima anche la capitalizzazione annuale del servizio
del credito, ovvero gli interessi.
In meno di due mesi dalla
sentenza, sono arrivate per conoscenza all’Adusbef, oltre 4.000
lettere di richiesta che gli utenti usurati hanno inoltrato alla
propria banca, dei circa 40.000 fac simili scaricati dal sito
www.adusbef.it per ottenere,con certezza matematica,la restituzione
dell’indebito quantificato da una apposita perizia, a conferma di
una battaglia decennale condotta dall’associazione contro il
sistema bancario ed una prassi illegale, vietata dall’art.1283 del
Codice Civile, che inibiva la capitalizzazione trimestrale degli
interessi praticati allegramente dalle banche.
Adusbef,
nell’invitare i correntisti ad esercitare i propri sacrosanti
diritti con la compilazione e la spedizione alla propria banca del
fac-simile pubblicato sul sito www.adusbef.it. per riscattare così
anni di angherie,di usi,abusi e soprusi quotidiani, ricorda agli
utenti dei servizi bancari alcune semplici regole raccolte nel
seguente vademecum al fine di poter operare, opporsi ed effettuare il
recupero degli interessi illegittimi:
ANATOCISMO:
ISTRUZIONI PER L’USO MESSO A PUNTO DALL’ADUSBEF
PER FAR
RECUPERARE IL MALTOLTO A 3,5 MILIONI DI CITTADINI
1) Possono
inoltrare domanda alla propria banca tutti i correntisti che, avendo
avuto scoperture di conto corrente (conti con saldo negativo), hanno
pagato interessi trimestrali alle banche;
2) Tale richiesta non
riguarda gli utenti che hanno avuto mutui o prestiti, senza aver
avuto scoperti di conto corrente;
3) In caso di decreto ingiuntivo
ricevuto dalla banca l’utente può proporre opposizione allo stesso
entro 40 giorni dalla notifica richiedendo in via riconvenzionale il
rimborso degli interessi illegittimi;
4) Hanno diritto al
ricalcolo sia le persone fisiche ( individui o ditte individuali :
commercianti, artigiani, agricoltori, liberi professionisti ) che le
persone giuridiche (società) e per queste ultime inoltrerà domanda
il legale rappresentante;
5) È necessario conservare tutti gli
estratti conto ricevuti dalla banca ed il contratto poiché la banca,
in caso di smarrimento dei documenti,fornisce al correntista solo gli
ultimi 10 anni della documentazione relativa al rapporto bancario. La
documentazione completa è necessaria sia per avviare la causa e sia
per ottenere somme più cospicue,in quanto più si torna indietro nel
tempo con il ricalcolo e maggiori sono gli interessi da recuperare;
6) La domanda interrompe i termini prescrizionali che si compiono
decorsi 10 anni dalla chiusura del conto corrente, essendo fondata la
richiesta di ricalcolo fin dagli inizi del rapporto di conto corrente
(dal 1942 in poi), trattandosi di rapporto continuativo (principio
confermato dalla Cassazione SS.UU. n.21095 del 4.11.2004 e n. 24418
del 2.12.2010);
7) Se, con la richiesta di rimborso effettuata
tramite lettera raccomandata,la banca non risponde entro 10 giorni o
risponde negativamente, rivolgersi al Giudice di Pace per importi
sino a €.5.000,00, altrimenti presentare domanda davanti al
Tribunale competente;
8) La Banca non può porre in atto
ritorsioni nei confronti di chi esercita tale diritto ma,se a fronte
della richiesta di ricalcolo, qualche direttore dovesse imporre il
rientro o minacciare azioni “punitive”,occorre inoltrare
immediata denuncia all’Autorità Giudiziaria per tentata
estorsione, oppure rivolgersi ai Legali Adusbef che si possono
trovare sul sito alla voce:”SEDI”. Ricordiamo che le
responsabilità penali sono personali (i dipendenti bancari non
possono accampare, a giustificazione, il loro adeguamento a politiche
aziendali). Eventuali azioni di ritorsione sono inoltre di
particolare gravità se poste in essere nei confronti di chi che sta
cercando di esercitare un diritto legittimo quale
cliente,consumatore,utente e comunque nella veste di contraente più
debole. Una recente sentenza del Tribunale di Lecce, Sezione di Campi
Salentina, ha condannato il 2 dicembre 2010 l’ex Banca Intesa, a
risarcire 50.000 euro ad un correntista, solo per danni morali,
perché nell’esercitare questi diritti era stato segnalato alla
Centrale Rischi di Bankitalia.
Se il Governo non avesse scippato
la class action dalle mani dei consumatori e degli utenti, sarebbe
agevole per i correntisti usurati,intentare una sacrosanta azione di
risarcimento collettivo che smaltirebbe migliaia di cause pendenti
nei Tribunali, da parte di almeno 3,5 milioni di correntisti usurati
dall’illecita capitalizzazione degli interessi denominata
anatocismo, che ha prodotto un indebito lucro alle banche per decine
di miliardi di euro,procurando analoghi danni a consumatori e piccole
e medie imprese,spesso portate al fallimento e che oggi, in virtù di
una decennale, durissima battaglia condotta dall’Adusbef, potranno
riscattare nei Tribunali condizioni di sudditanza ed illegalità
diffuse.
Tuttavia i legali di Adusbef solleveranno nei Tribunali,
in sede di ricorso sulle cause relative all’anatocismo, legittimità
costituzionale della legge sulla class action, svuotata da governo e
maggioranza e confezionata a misura di banchieri, per evitare i
ricorsi collettivi sul gravissimo fenomeno del risparmio
tradito,quali bond argentini,interessi usurari,Cirio e Parmalat.
31/01/2011
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