Mentre le banche,spalleggiate
dalla Banca d’Italia che tutela gli esclusivi,spesso illegittimi
interessi dei banchieri, continuano nelle loro reiterate vessazioni,
negli ordinari abusi e soprusi quotidiani, allargando i cordoni della
borsa a clienti particolari come Zalesky e Zunino, elargendo loro
miliardi di euro di denari dei depositanti senza alcuna garanzia
reale,perché al contrario centellinano il credito alla clientela comune
alla quale chiedono garanzie stratosferiche pari al 300-400%
l’accordato, come risulta dall’ultima indagine del Censis, che ha
confermato addirittura un aumento di garanzie reali nella concessione
dei fidi, superiore al 35% rispetto ai 12 mesi precedenti, la loro
arroganza viene sempre più spesso punita dai tribunali della
Repubblica.
L’ultima sentenza emessa lo scorso Novembre 2010,tra
le prime innovative in Italia destinato a fare scuola, da parte del
Giudice Unico del Tribunale di Campobasso,dott. Michele Russo, ha
condannato l’ex Banco di Napoli a risarcire oltre 25.000 euro di danni
morali e materiali ad un proprio correntista, oltre interessi e spese
legali per l’illecita segnalazione alla Centrale Rischi di Bankitalia.
L’illegale prepotenza della banca,censurata dal Tribunale,nasce nel
2006, allorquando un professionista-consumatore di Campobasso,
correntista dell’ex Banco di Napoli,oggi Banca Intesa-San Paolo operante
nel capoluogo regionale, avvalendosi delle consolidate sentenze di
Cassazione che aveva dichiarato illecita la pratica
dell’anatocismo,iniziava un azione di recupero per somme
illegittimamente percepite in conseguenza dell'applicazione della
capitalizzazione trimestrale degli interessi,spese e commissioni,citando
la banca davanti al Tribunale di Campobasso.
Nelle more del
processo la banca,pur ben al corrente della consolidata evoluzione
giurisprudenziale in materia di anatocismo a suo tempo sollevata
dall’Adusbef che ha visto riconoscere vittoriose le sue tesi fino
all’ultima sentenza delle Sezioni Unite di Cassazione n. 24418/2010,
provvedeva come rappresaglia a richiedere il rientro immediato delle
somme a debito (secondo il proprio conteggio,ma non secondo il conteggio
del correntista, per il quale vi era addirittura un credito) con la
segnalazione alla centrale rischi di Bankitalia.
Il correntista,
difeso dal delegato Adusbef di Campobasso avv. Carmine De Benedittis,
chiedeva al Tribunale del capoluogo molisano un provvedimento di urgenza
in relazione all'art.700 del codice di procedura civile,per la
cancellazione di questa illegittima segnalazione,ed ottenuto
favorevolmente il provvedimento cautelare, la causa veniva
riassunta,sempre davanti al Tribunale di Campobasso, per il risarcimento
dei danni morali e materiali conseguenziali ad abusi e quotidiani
soprusi di un sistema bancario così prepotente, vile e strafottente nei
confronti dei propri utenti,perché ben protetto dall’ufficio di
Vigilanza della Banca d’Italia che non sanziona mai tali intollerabili
comportamenti.
La fondatezza di tali giuste istanze del
correntista,che ha portato ad una ineccepile condanna della banca al
pagamento dei danni morali e materiali arrecati allo stesso quantificati
in oltre 25.000 euro oltre accessori di Legge e spese processuali,
deve portare la Banca d’Italia ad una profonda meditazione sulle sue
omesse attività di vigilanza preventiva sui quotidiani abusi bancari,
essendo inammissibile che i signori banchieri si comportino,e si siano
comportati nel caso di specie, come quei gangster degli anni trenta,che
utilizzavano la legge del taglione: non reclamare i tuoi sacrosanti
diritti, perché altrimenti ti ammazzo (economicamente e
bancariamente,s’intende !).
22/01/201
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