Basilea 3. Investimenti: “
Liquidiamo tutto ? ”.
Attenzione ai suggerimenti
interessati.
Basilea 3 è una serie di vincoli
delle banche centrali facenti parte del Comitato di Basilea, rivolta agli
istituti di credito dei paesi di riferimento.
In soldoni: gli istituti di
credito devono mantenere un certo rapporto tra affidamenti e prestiti con
alcune voci dell’attivo patrimoniale: cassa, riserve obbligatorie, titoli in
portafoglio (di stato, garantiti, covered bond, obbligazioni bancarie ecc.).
Circa le voci relative agli investimenti, le banche classificheranno i loro
titoli a seconda che siano qualificabili come “disponibili per la vendita” o da
“detenere fino alla scadenza”.
Tale valutazione è peraltro già presente a
commento delle varie poste di bilancio.
Basilea 3 obbliga quindi le banche
a legare la massa dei prestiti ai livelli di “cassa”, di “riserva obbligatoria”
e alla qualità degli investimenti e, in funzione del rischio sottostante,
indica in che percentuale ogni tipo di titolo contribuirà al ratio.
Obbiettivo dei nuovi vincoli è
quello di tagliare alcune voci che, negli ultimi anni, sono state tenute poco
sotto controllo: la destinazione degli utili (dividendi ecc.) e, soprattutto,
la remunerazione degli amministratori. Dovendo ricercare miglioramenti
patrimoniali, gli istituti bancari dovrebbero essere indotti a più economiche
morigeratezze.
Alcuni problemi.
1)
Certamente il costo del denaro aumenterà:
se occorrerà mantenersi nei rapporti di Basilea 3 e valutare le aziende che
richiedono affidamenti secondo le indicazioni di Basilea 2, è plausibile che il
credito si restringa e che, di conseguenza,
il suo costo aumenti.
2)
Il nostro paese ha provveduto con una
azione improvvida quanto miope [ne conosciamo le ragioni], ad allentare la
legislazione relativa ai bilanci, alla loro tenuta, alla loro correttezza ed a
depenalizzare – in pratica – il falso in bilancio. Questo permetterà
“accomodamenti” sia ai bilanci delle banche che a quelli delle aziende. Le
prime cercheranno con quelle sistemazioni di rientrare in Basilea 3, le seconde
cercheranno di imbellettare la loro situazione patrimoniale e finanziaria per
“piacere” di più alle aziende di credito. Conseguenza: le banche sanno
benissimo del maquillage di bilancio da sempre adottato dalle aziende e saranno oggi ancor più diffidenti,
restringendo ancor di più le erogazioni. Si diceva una volta che i bilanci di
un’azienda sono tre: quello per il fisco, quello per la banca e quello vero.
Oggi diventano quattro: si aggiunge quello per Basilea.
3)
Si dice che le banche italiane
soffrono meno di quelle di altri paesi. In effetti, come canale di
approvvigionamento di denaro, hanno privilegiato i depositi dei loro clienti –
remunerati al livello di 0,0..- piuttosto che le grandi e rischiose operazioni
di finanza internazionale. Saranno invogliate a far crescere i depositi (prima
voce della tabella). Potrebbero farlo aumentando il tasso di remunerazione per
il cliente (strumento corretto). Ma potrebbero anche spingere i risparmiatori a liquidare loro posizioni in
titoli, in attesa di tempi migliori e caricando le incertezze e le
preoccupazioni per la situazione finanziaria internazionale per convincerli a
tenere il capitale in conto (strumento scorretto).
I risparmiatori stiano in guardia.
Mauro Novelli 14/09/2010
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