Il bluff delle nuove regole bancarie
Ci siamo: a Basilea stanno per varare le nuove regole bancarie
ed è già partito lo spin per dare l’impressione all’opinione pubblica
che la lezione della grande crisi è stata imparata. Grandi analisi,
titoli rassicuranti. Ma è un passo nella giusta direzione? Sono
perplesso per questi motiviCi siamo: a Basilea stanno per varare le nuove regole bancarie
ed è già partito lo spin per dare l’impressione all’opinione pubblica
che la lezione della grande crisi è stata imparata. Grandi analisi,
titoli rassicuranti. Ma è un passo nella giusta direzione? Sono
perplesso per questi motivi
Ci siamo: a Basilea stanno per varare le nuove regole bancarie
ed è già partito lo spin per dare l’impressione all’opinione pubblica
che la lezione della grande crisi è stata imparata. Grandi analisi,
titoli rassicuranti. Ma è un passo nella giusta direzione? Sono
perplesso per questi motivi
1) La tempistica. In risposta a una crisi maturata
negli anni 2000, ed esplosa nel bienno 2007-2008, le nuove norme
entreranno in vigore il primo gennaio 2013 con un periodo di transizione
destinato a concludersi nel 2018. Dov’è l’urgenza?
2) Le regole. Saranno inasprite le norme per le
attività di trading, verrà aumentato il patrimonio, saranno creati dei
cuscinetti per assorbire eventuali perdite. Ma non è contemplata la norma fondamentale ovvero la separazione tra banche d’affari e banche commerciali; dunque l’amiguità all’origine della crisi viene protratta.
3) I valori del capitalismo. Ovvero un sistema che
offre l’opportunità di grandi profitti, ma contempla la possibilità del
fallimento. Invece, con le nome di Basilea 3, come vengono chiamate in
gergo, si sancisce, di fatto, il concetto di Too big to fail, troppo grandi per fallire: il sistema non vuole che le grandi banche possano uscire di scena e questo implica un aumento di fatto del lorto potere, reale sui mercati e di condizionamento della società.
4) Le rigidità. Basilea 2 ha fallito perchè ha posto
vincoli molto rigidi, ma già obsoleti. I mercati finanziari evolvono a
una velocità impressionante e gli operatori escogitano nuovi prodotti
finanziari, sempre più complessi in ambiti e con caratteristiche che le
norme in vigore nemmeno contemplano. Dunque nel 2018 norme così
faticosamente elaborate saranno, con ogni probabilità, superate; nel frattempo però avranno messo in difficoltà tanti piccoli istituti,
per i quali sarà complicato adeguarsi. in genere saranno ancor più
burocratiche, ottuse, meccaniche le procedure per erogare prestiti,
mutui o consigliare strategie di investimento.
Il risultato complessivo? Un rafforzamento delle grandi
banche e dunque quello che di fatto già oggi un sistema bancario
corporativo e tendenzialmente oligopolista; senza garantire una riduzione dei rischi sistemici.
Insomma, prevalgono i soliti noti.
O sbaglio?
Marcello Foa
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