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Come augurio a tutti i cittadini di raggiungere al più presto un rapporto ottimale con il Settore del Credito, mi permetto di citare un intervento del Prof. EINAUDI espresso nel lontano 1930: 

Le Aziende di Credito esistenti in Italia non “paiono né troppe né poche. Sono troppe tutte quelle casse e banche – ora assai diminuite però, come si è visto, da allora -  che sono amministrate da asini, da ingordi, da dilettanti e da gente che vuol fare la banca per amor del prossimo.
Sono poche in confronto delle alcune altre migliaia di Banche che potrebbero utilmente lavorare in centri rurali, i quali ora ne sono sprovvisti, in altri centri, dove esistono solo filiali di grossi istituti affaccendate a pompar denari da rovesciare al centro e nelle stesse grandi città, dove gli istituti esistenti non abbiano saputo rispondere alle esigenze di ceti sociali pur bisognosi dell’aiuto della Banca”.

(EINAUDI, 1930)
Riportato nel Rapporto della
Commissione Economic

In questo secolo ci stiamo impattando contro le conseguenze proprio di questa fattispecie, ormai giunta al massimo della macroscopicità, fenomeno che nel 1930 sembrava cominciare a scomparire.

Federico Lippi

Fino dove arriva l’ingordigia infinita del settore del Credito PDF Stampa E-mail
Scritto da Federico Lippi   
giovedì 22 gennaio 2009


 

In tanti anni di Adusbef, 12 per la esattezza, ne ho viste, evidenziate ed esaminate di tutti i colori

 

Il settore  ama definirsi da decenni, “ commerciante di danaro” e potrebbe aver ragione, se il danaro che  impiega per i propri commerci fosse suo.

Ma stiamo  ben certi che, proprio come le grandi imprese dirette da “Famiglie”, siano esse effettive, assemblate, organizzate, legali o illegali, ma pure sempre “Famiglie”, utilizza per l’esercizio delle attività che lo caratterizza, il danaro altrui, preso in prestito, per così dire, dai conti dei depositanti, dai risparmiatori ( animali ormai in via di estinzione ), riconoscendo ai legittimi proprietari di tali somme remunerazione zero, guadagnandoci sopra, già qualche anno fa  dal 29% al 56% a seconda dell’utilizzo che ne facevano, senza alcun rischio, visto che il danaro è di altri.

 

Per  capire,  facciamo una semplice ipotesi

 

In Italia siamo oltre 50.000.000 di abitanti, intesi come persone fisiche, di cui solo una piccola parte sono giovani non maggiorenni, vuoto alla grande colmato dalle “persone giuridiche” (aziende), ipotizziamo che tutte queste “persone” abbiano un solo conto corrente a testa.

 

Se il guadagno per il settore fosse rappresentato solo  da 1 cent al giorno per 50 milioni di conti correnti , avremmo 500 mila euro al giorno di introito, pari a 182.500.000 di euro l’anno, cioè “solo” 353.369.275.000 di vecchie lire.

Purtroppo il Settore  si è organizzato in modo da poter dettare sempre legge, di poter dettare le regole del gioco, al livello del “carta vince, carta perde”, il famoso gioco delle tre carte, quello di Porta Portese, quello del banchetto di Forcelle o di qualunque altro Mercato delle Pulci.

 

Una volta, quando le Banche erano oltre 300, e queste si comportavano pressoché nel medesimo modo, come servizi, costi e prestazioni, questo tipo di organizzazioni era definito “ Cartello”, ma poiché tutte le banche tendono all’accorpamento, tendendo ad indirizzarsi verso la ormai più che sbandierata “ Banca Universale”, e finalmente potremo parlare di “trust”, hanno bisogno di tanti altri soldi, tanto che non gli basta più portare la liquidità dei loro clienti alla Caiman  per giocarsela a Burraco o a Poker, e quindi si stanno attaccando a tutto.

 

Noi avevamo additato l’Anatocismo, vietato dall’art. 1283 c.c , applicato anche sulla capitalizzazione delle imposte di bollo trimestrali virtuali sugli estratti conto, sulle spese postali, su ogni tipo di Commissione, ivi comprese quelle di  Massimo Scoperto abusive, su arrotondamenti ingiustificati, in violazione dell’art. 1282  - 3° comma c.c, forti della tutela parlamentare.

 

Ma ciò non è bastato.

 

Il Settore ha ottenuto la Legge sulla Cartolarizzazione dei Crediti, ma non solo quelli già esistenti, bensì anche quelli futuri, gonfiando tali crediti in modo che l’acquisto al 70% degli stessi da parte di Società fin troppo spesso S.r.l, da esso stesso create, potessero coprire l’intero preteso, anche se  contro legge.

 

Il Settore inoltre,  per racimolare liquidità, ha spinto per ottenere la famosa “domiciliazione” delle varie bollette Enel, Italgas, Telecom, Acea, Fastweb, Vodafone, ecc; poi ha ottenuto il sistema di pagamenti garantiti ( perché gli assegni circolari non bastavano più), prima a mezzo Carte di Credito, Bancomat, Pos, ecc; ancor meglio garantiti poi dai pagamenti Ri.Ba ( procedura elettronica di  presentazione delle Ricevute Bancarie, che non sono protestabili), ovvero con i R.I.D. ( Rapporti Interbancari Diretti), con cui il creditore  invia le disposizioni di incasso alla propria Banca, e l’operazione si perfeziona attraverso lo scambio e la compensazione tra le banche interessate, del creditore, vero o falso che sia, e del debitore, spesso ipotetico.

 

Ora ci siamo trovati di fronte a due casi, uno più allarmante dell’altro.

 

Il primo:

 

un nostro associato, con  carta di credito Diner’s club, si è trovate addebitate bollette Wind relative a rapporto non ancora nato, ma preso in considerazione come proposta ed in attesa di conoscerne le condizioni contrattuali, ed ai sensi della quale proposta, la Wind si è non solo impossessata del numero Tim del suo cellulare, ma ha cominciato ad addebitare presso la Diner’s le bollette da essa emesse.

Il nostro Associato si è così trovato a pagare traffici telefonici legati per lui ancora a Tim e, solo perché aveva dato la disponibilità di pagare con carta di credito Diner’s, la Wind inviava a questa le proprie bollette e questa le pagava non curante del veto assoluto del cliente, il quale si trova ora a dover andare in lite anche con la Diner’s, che non ha seguito il principio della normale diligenza nello svolgimento del suo ruolo, pretendendo anche di aver ragione e di essere rimborsata, minacciando iscrizioni del nostro associato al CAI ( Centrale Allarmi Interbancari ) della Banca d’Italia.

 

Il secondo caso  è il massimo:

 

un nostro associato all’inizio del 2004, ha posto in essere un rapporto di Carta di Credito Revolving con la Citibank, perché aveva visto reclamizzata una convenzione definita Vodafone One Visa Gol, secondo cui, a fronte di utilizzo di tale carta, la Citibank riconosceva “ 1 punto per ogni 20 euro di acquisti” fatti ovunque con quella carta, accumulo che potrà esser “convertito in ricchi premi e vantaggi esclusivi” presso negozi convenzionati.

 

A metà 2008 il titolare della carta che non aveva mai avuto modo di verificare siffatto rapporto, si è trovato occasionalmente ad entrare in un negozio convenzionato e, memore dei patti, procedeva a richiedere uno sconto ai sensi degli stessi, ma si sentiva rispondere, carta e nominativo alla mano, che lui non aveva accreditato alcun punto.

 

Tornato a casa e verificati gli estratti, constatava di aver  accumulato diritto in 4 anni ad  oltre 3000 punti, per cui telefonava a Vodafone che  controbatteva  che se la Citibank non comunicava i punti maturati, la Vodafone non era in grado di farglieli utilizzare , pertanto consigliavano di rivolgersi alla Citibank, la quale a sua volta interpellata circa sei mesi fa,  faceva sapere che avrebbero controllati i tabulati e che lo avrebbero informato sui motivi del disguido.

 

Non è seguito nessun riscontro, e le raccomandate inviate sono rimaste inevase, ivi compresa quella di messa in mora.

 

Ci si domanda se il Settore del Credito si attacca ormai anche ai contratti non sottoscritti e  addirittura ai punti spesa.

E’ il colmo che questo settore pretenda di essere sempre esonerato da ogni responsabilità per le malefatte che compie a danno degli utenti:è questa una storia che deve assolutamente finire, né il trincerarsi dietro i soliti “ muri di gomma” potrà risolvere la situazione di estorsione ed usura

 

Prego pertanto tutti coloro che siano incappati in simili fatti di scrivermi, perché potremo finalmente fare ricordare a chi di dovere il proverbio “ tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino!”

 

Attendo le vostre mail

 
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