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Come augurio a tutti i cittadini di raggiungere al più presto un rapporto ottimale con il Settore del Credito, mi permetto di citare un intervento del Prof. EINAUDI espresso nel lontano 1930: 

Le Aziende di Credito esistenti in Italia non “paiono né troppe né poche. Sono troppe tutte quelle casse e banche – ora assai diminuite però, come si è visto, da allora -  che sono amministrate da asini, da ingordi, da dilettanti e da gente che vuol fare la banca per amor del prossimo.
Sono poche in confronto delle alcune altre migliaia di Banche che potrebbero utilmente lavorare in centri rurali, i quali ora ne sono sprovvisti, in altri centri, dove esistono solo filiali di grossi istituti affaccendate a pompar denari da rovesciare al centro e nelle stesse grandi città, dove gli istituti esistenti non abbiano saputo rispondere alle esigenze di ceti sociali pur bisognosi dell’aiuto della Banca”.

(EINAUDI, 1930)
Riportato nel Rapporto della
Commissione Economic

In questo secolo ci stiamo impattando contro le conseguenze proprio di questa fattispecie, ormai giunta al massimo della macroscopicità, fenomeno che nel 1930 sembrava cominciare a scomparire.

Federico Lippi

Vaccini : problemi in vista? PDF Stampa E-mail
Scritto da Federico Lippi   
martedì 09 dicembre 2008

 Dal Dottor Mauro Novelli ci viene segnalato :

 

 

Da Virgilio notizie

Luci e ombre sul vaccino anti-influenzale

Gli specialisti prevedono quest'inverno un'epidemia influenzale particolarmente intensa e i medici consigliano il ricorso al vaccino.

Ma non tutti sono d'accordo

 

Pubblicato il 24/11/08 in Scienze e tecnologie

 

A Natale, è stato annunciato che dai 5 ai 7 milioni di italiani potrebbero rimanere a letto con l'australiana. Non si tratta di una dolce compagnia, ma di quella annunciata come la più aggressiva influenza degli ultimi anni, attribuibile a un virus che si suppone provenga, appunto, dall'Australia.

Il vaccino è raccomandato dalle istituzioni a tutte le categorie a rischio, alle quali viene offerto gratuitamente, quale "arma principale per la prevenzione". Nella fattispecie, la campagna si rivolge ai soggetti più fragili, cioè adulti con più di 65
anni, bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti affetti da patologie croniche.
Gli antivirali risultano essere un'importante arma a disposizione del medico per ridurre i sintomi dell'influenza e i giorni di malattia, costati nel 2006 secondo uno studio promosso da Federanziani, al Servizio sanitario nazionale, famiglie, Inps e datori di lavoro, quasi 3 miliardi di euro.
Da qui l'appello dell'Oms e dei medici di famiglia della Società Italiana di Medicina Generale (Simg): italiani vaccinatevi, non sottovalutate il problema.

Ma la teoria della vaccinazione a tappeto solleva anche qualche perplessità. Paladino del fronte antivaccinale è il dottor Roberto Gava, medico specializzato in Cardiologia, Farmacologia Clinica e Tossicologia Medica, che in un articolo dall'emblematico titolo Seminare la paura per raccogliere nuovi guadagni dalle persone sane? scrive: «Anche in questo autunno assistiamo silenziosi a una massiccia propaganda a favore della vaccinazione antinfluenzale, basata non certo sui dati scientifici, ma sulla nostra emotività...».


A detta del medico, il vaccino antinfluenzale avrebbe una «scarsissima efficacia clinica» poiché nei casi in cui riesce ad essere efficace, evita solo la malattia influenzale causata dal virus identificato e non le sindromi influenzali causate da altri virus. «Studi epidemiologici molto ben documentati» prosegue lo specialista «ci insegnano che solo il 9% di quelle che noi chiamiamo "influenze" sono causate dal virus influenzale vero e proprio e quindi solo queste (anzi, solo una loro parte) potranno essere prevenute dalla vaccinazione antinfluenzale».

Secondo Gava, inoltre, il vaccino non solo permette di ottenere scarsi risultati, ma potrebbe col tempo rivelarsi anche dannoso. E spiega perché: «Il virus influenzale è un virus soggetto a molte e facili mutazioni (è per questo che ogni anno ci sono sempre nuovi ceppi virali). Una delle principali cause inducenti le mutazioni è la circolazione del virus in un ambiente ‘ostile’ che in questo caso è rappresentato dagli individui che sono già stati vaccinati, costringendo così il virus alla mutazione per semplici meccanismi darwiniani di adattamento. Più ci si vaccina più si creano ceppi virali mutati e quindi maggiore è la probabilità di selezionare prima o poi dei ceppi virali particolarmente patogeni e pertanto sempre più pericolosi. La pericolosità dell’influenza allora crescerà e l’industria farmaceutica coglierà questa occasione per spaventarci sempre di più e indurci a vaccinarci più ancora e questo indurrà un circolo vizioso sempre più pericoloso e patogeno per noi e sempre più redditizio per la stessa industria farmaceutica».

 

Ultimo aggiornamento ( martedì 09 dicembre 2008 )
 
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